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Baseball

Malaguti e il baseball per ciechi, tra ieri, oggi e domani


da Baseball.it
di Matteo Briglia (Bedeo) - (2 luglio 2013)

Intervista esclusiva al Commissario Attività agonistica AIBXC che ribadisce il massimo impegno per la nascita di nuove squadre e la ferma volontà di esportare il baseball per ciechi negli USA. In attesa delle prime partite in notturna

Abbiamo ancora negli occhi lucidi gli intensi fotogrammi della finale tricolore del 17° Campionato di baseball giocato da ciechi che ha regalato il primo titolo assoluto ai Lampi Milano.

Match fantastico che ha suscitato grande interesse nell'ambiente e presso il folto pubblico accorso a Casteldebole.

Chi è rimasto più colpito dalla qualità tecnica e morale espressa in diamante e sugli spalti è stato indubbiamente Stefano Malaguti, Commissario Attività Agonistica dell'Associazione Italiana Baseball Giocato da Ciechi, che ha più volte espresso il proprio entusiasmo e compiacimento agli staff tecnici e agli atleti delle due squadre milanesi giunte in fondo.

E proprio dai momenti palpitanti di questa finale scudetto che Baseball.it ha voluto tastare il polso ad un movimento in crescita costante e con mille progetti in fase di lancio, proprio attraverso la viva voce di Malaguti, il suo rappresentante maggiore, uomo solitamente schivo alle luci della ribalta, che tuttavia, forse ancora rapito dalle emozioni della splendida partita vissuta l'altro sabato, ha scelto di aprire parte del suo piano di sviluppo in questa intervista esclusiva per i nostri lettori.

A Casteldebole abbiamo assistito ad una finale incredibile: lo spot promozionale più convincente che l'AIBXC potesse offrire a pubblico e curiosi su scala nazionale.

E' d'accordo?

Assolutamente.

Si è verificato esattamente ciò che speravo alla vigilia.

Una finale avvincente, giocata con grande determinazione dalle due squadre, arbitrata in maniera impeccabile, il che ha giovato parecchio al clima di grande correttezza testimoniato in diamante come sugli spalti nonostante la posta in palio altissima.

Vorrei ricordare che nello statuto AIBXC si fa esplicito riferimento all'opportunità di permettere a ragazzi e ragazze non vedenti o ipovedenti di giocare a baseball con l'obiettivo di divertirsi, migliorarsi sotto molti aspetti attraverso il gesto tecnico e atletico che tuttavia non deve esasperare eccessivamente l'aspetto agonistico.

E' un principio fondamentale da recepire per chiunque graviti intorno al nostro ambiente, anche perché, non dimentichiamocelo mai, traduce e rappresenta pedissequamente quei valori etici e morali unici e la grande personalità di Alfredo Meli, l'ideatore principal di questo "giocattolino" di successo.

Come giudica complessivamente questo 17° campionato appena concluso?

Un torneo onestamente caratterizzato da troppi alti e bassi.

Non siamo infatti ancora riusciti a creare quelle condizioni tecniche ed agonistiche tali da poter assicurare al torneo equilibrio, incertezza e livellamento tra le squadre partecipanti.

Siamo spesso testimoni di gare a senso unico, scontate già dal playball, sbilanciate verso quelle squadre che hanno l'opportunità di crescere costantemente e sistematicamente a livello tecnico tattico e di personale, opposte a formazioni che annaspano e faticano addirittura a reperire quei 7, 8 atleti da schierare in diamante, numero minimo per poter disputare una partita.

A questo proposito, non sono poche le critiche mosse da alcuni settori della base AIBXC nei confronti di una gestione del movimento che, come per molti settori della società italiana, si muoverebbe a due velocità.

Da un lato l'efficente macchina organizzativa lombarda, pragmatica e funzionale, concretamente avviata verso la creazione di una terza compagine meneghina, opposta ad una realtà sbiadita, costituita da squadre decimate, in forte svecchiamento, spesso prive di stimoli.

Come pensa di affrontare concretamente il problema?

Il discorso è certamente complesso e spinoso.

Esiste sicuramente un problema di ricambio generazionale strettamente correlato a quello del reclutamento di forze fresche circoscritto ad alcune piazze del nostro baseball.

Il mio più grande dispiacere quest'anno, non ne ho mai fatto mistero, è coinciso con la mancata iscrizione dell'Aquilone Empoli al nostro Campionato.

Rinuncia dolorosa a cui una delle squadre fondatrici del nostro movimento è stata costretta proprio dalla mancanza di tecnici ed atleti, per altro comprensibile all'interno di una nicchia demografica piuttosto ridotta e che in passato poteva contare sul nomadismo sportivo di ragazzi provenienti da città limitrofe, uniti dalla passione e dalla voglia di giocare veicolata su Empoli dall'intraprendenza personale di pochi ex giocatori normodotati residenti in quell'area geografica.

D'altraparte, non credo nemmeno sia corretto demonizzare, esaltare eccessivamente piuttosto che prendere come unico esempio da seguire il modello estremamente funzionale rappresentato dalla Lombardia.

Mi pare evidente che le dimensioni territoriali e la densità anagrafica della Lombardia offrano statisticamente maggiori possibilità di reclutamento di atleti ciechi o ipovedenti da avviare alle nostre attività.

Teniamo presente inoltre che il Gruppo Sportivo milanese è unico in Italia per organizzazione, efficienza e risultati conseguiti in svariate discipline sportive, agevolato probabilmente da situazioni personali e collettive specifiche che favoriscono la pianificazione di allenamenti sistematici come l'attuazione di programmi tecnici di crescita individuale e di squadra che in altre realtà sarebbe impossibile sostenere.

Altrove, si respira un'aria chiaramente diversa: Bologna, per esempio, ha sempre vestito i panni della città di transito.

Un crocevia storicamente di passaggio per pellegrini, artisti di strada, musicanti e, fatte le debite proporzioni, per quei ragazzi ciechi che si fermavano a studiare presso l'Istituto Cavazza, prendevano contatto con i primi rudimenti del nostro baseball, lo praticavano nel periodo che li vedeva impegnati nel conseguimento di una laurea brevis o di un attestato di specializzazione prima di esportarlo eventualmente nelle loro città d'origine una volta ultimato il percorso didattico.

Con l'esclusione di Roma, Milano e Cagliari, oggi AIBXC è sostanzialmente un grande circo ambulante di gente animata da grande spirito di sacrificio, disposta a percorrere anche parecchi chilometri pur di potersi allenare: i "Vecchiettini" perdono colpi, il movimento striscia verso quelle rare oasi giovanili che possono garantire continuità e agonismo.

La parabola discendente della CVINTA Ravenna e dei Leoni Firenze 2013 sono emblematici in questo senso.

Ha mai pensato di istituire anche in AIBXC un sistema simile al draft, adottato negli Stati Uniti, formula che garantisce in qualche misura un certo equilibrio tecnico all'interno delle principali Leghe professionistiche, colmando il gap tra squadre forti e organizzate e formazioni scarse e dotate di mezzi economici limitati?

Ci ho pensato eccome! Il problema è che l'Italia non è l'America, il materiale a nostra disposizione si misura col contagocce.

Agli albori di AIBXC, ricordo che Alfredo Meli si occupava di persona della formazione delle squadre e di salvaguardare una certa competitività egualmente distribuita tra le poche squadre iscritte al campionato, attraverso consigli e suggerimenti preziosi all'indirizzo di giocatori e tecnici, pilotando in casi estremi la destinazione finale degli stessi.

Negli ultimi 4, 5 anni, il mercato si è decisamente conformato all'esplosione di poche isole felici (Milano docet), orientandosi di conseguenza.

E' così venuta a mancare questa funzione di monitoraggio dall'alto verso la base come sul gap tecnico atletico ed umano tra le squadre.

Ciò che comunque vorrei assolutamente evitare è l'adeguamento deletereo e pericoloso del nostro sport a logiche strumentali, utilitaristiche ed eccessivamente agonistiche vicine al mondo del calcio.

Non accetterò mai un "mercato" monopolizzato dal carisma di pochi, dal volano per certi atleti rappresentato dal miraggio della vittoria finale ad ogni costo e con ogni mezzo, dalla smania di certe formazioni di accaparrarsi i pezzi migliori in circolazione.

Ciò condurrebbe ad un'ulteriore perdita di motivazioni e stimoli causata dall'evidentedisparità tra forze in campo.

Analizziamo le ultime proposte di modifiche al regolamento suggerite ad AIBXC da una parte della base, tecnici ed atleti.

Impiego di 6 giocatori in difesa (rispetto ai 5 attuali) nel tentativo di arginare lo strapotere offensivo in diamante, offrire a più atleti maggiori possibilità di giocare.

Non teme anche in questo caso un accentuarsi del gap tra squadre dalla panchina lunga e formazioni in emergenza?

Sinceramente è una proposta che continua a lasciarmi molto perplesso.

Contiene sicuramente punti di forza validi e condivisibili.

Dovessi però affidarmi a ciò che mi suggerisce la testa, al momento accantonerei questa ipotesi.

Vedo ancora oggi nello schieramento a 5 in difesa una sorta di equilibrio perfetto.

L'aggiunta di un sesto atleta, a mio modesto avviso, potrebbe portare maggiore confusione in campo, oltre che ridurre notevolmente i margini di manovra del singolo difensore che si troverebbe nella situazione di dover coprire un'area davvero esigua di campo.

Questo accorgimento rischia seriamente di tarpare le ali al talento del singolo atleta, che difficilmente potrà prodursi in giocate spettacolari difensive in copertura rappresentate dalla rincorsa alla pallina e conseguente rilancio nel guantone dell'assistente in seconda.

In presenza di molti giocatori, preferirei comunque ancora spingere verso la creazione di una nuova squadra.

Ad ogni modo, come sapete, io non ho alcun diritto di voto in materia.

Sottoporrò quindi la proposta al nostro comitato tecnico e lascerò che si esprima in merito.

Tra le proposte più accattivanti avanzate a inizio stagione, si è contemplata l'ipotesi di disputare qualche match in notturna a fine stagione.

Esperimento parzialmente abortito, considerando che le due semifinali e la finale non sono mai state programmate oltre le ore 18?

Qui è colpa delle squadre! Io sono sempre stato molto affascinato dall'idea di giocare la sera.

Tra l'altro l'atmosfera notturna mi avrebbe rievocato piacevoli ricordi risalenti ai tempi in cui giocavo nella Fortitudo Montenegro -- si parla di una trentina di anni fa -- epoca in cui capitava spesso di dover andare a Nettuno a giocarci la gara del venerdì sera, playball fissato per le 21.

Ricordo con piacere partite terminate intorno alla una di notte, seguite da fughe precipitose in stazione, sosta rapida a Roma e cambio per Bologna intorno alle 2.

Erano in parecchi i compagni di squadra che approfittavano del buio per cambiarsi direttamente in treno...

Mi rendo conto che le squadre AIBXC potrebbero incontrare qualche difficoltà logistica legata all'eventuale rientro in città in piena notte.

Credo tuttavia che l'atmosfera mistica di una partita giocata in notturna sia davvero impagabile, a prescindere.

Chiedo quindi alle nostre squadre di mettere in conto qualche piccolo sacrificio in questo senso anche per la prossima stagione.

ALL-STAR Game.

Pensate di riconfermare anche per i prossimi anni la formula americana con gli atleti selezionati alla partita delle stelle direttamente dai colleghi giocatori nonostante la percentuale davvero bassa (34%) registrata al ballott 2012?

Assolutamente.

L'anno scorso abbiamo varato una formula nuova, che per altro ricalca fedelmente quella in vigore da sempre in Major League, che tuttavia andava illustrata dai tecnici e recepita dai ragazzi.

C'è stato poi qualche problema nel'indicazione delle preferenze legato alla difficoltà di reperimento di dati statistici individuali e di squadra.

Questanno abbiamo completamente ristrutturato ed aggiornato il sito AIBXC premurandoci di inserire in tempo reale tutta una serie di statistiche, offensive e difensive, presentate per squadre e per singolo atleta.

Sarà quindi molto più semplice quest'anno eleggere gli invitati all'ALL-STAR Game con cognizione di causa.

Nella valutazione di eventuali modifiche da inserire a regolamento, quanto influiscono i suggerimenti avanzati dagli atleti alla formulazione delle nuove regole o di migliorie da apportare ai fondamenti del gioco?

Ai tempi di Alfredo era tutto abbastanza semplice.

Si era pochi e tutto veniva deliberato in forma collegiale.

Meli elaborava il regolamento che successivamente veniva sottoposto allo scrutinio delle squadre.

Cercando di seguire la sua traccia, quest'anno ho convocato riunioni separate con arbitri, squadre e manager, ascoltando successivamente anche i suggerimenti del comitato tecnico.

Ho comunque notato che le proposte sono spesso personali, comunque circoscritte ad ambiti strettamente pertinenti realtà particolari in seno alla singola squadra.

Risulta più difficile imbattersi invece in proposte che tengano conto di una panoramica più generale ed oggettiva sull'aspetto interessato dalla proposta di modifica.

Sono naturalmente sempre disponibile a recepire qualsiasi suggerimento proveniente da tecnici e giocatori, impegnandomi a discuterlo con questi e con il comitato tecnico.

Parliamo di attività promozionale e di diffusione in Italia e all'estero.

Anche quest'anno la macchina del marketing ha funzionato a pieno ritmo con risultati tangibili...

Credo che la chiave e l'eventuale segreto di un nostro successo, a qualsiasi latitudine, resti ancora il passaparola tra atleti, i contatti che i nostri giocatori riusciranno a stabilire con le molte associazioni di non vedenti presenti sul territorio nazionale come all'estero e con i diversi Gruppi Sportivi dilettantistici disseminati sul territorio che promuovano attività agonistiche per disabili.

Non dimentichiamo che il merito della nascita della squadra tedesca come di quella francese è da attribuire in primis quasi esclusivamente a Vanessa Cascio dei Leoni Firenze che ha smosso le acque lassù grazie a contatti personali.

Dobbiamo quindi contare e affidarci in prima istanza all'intraprendenza dei nostri affiliati.

Solo in un secondo momento, verificata la volontà delle singole Polisportive di aprire concretamente al baseball per ciechi, entra effettivamente in gioco AIBX con il suo arsenale promozional e di marketing, rappresentato da una serie di video didattici multilingue, una documentazione davvero esauriente sulla genesi e i principi che regolano il gioco (materiale agevolmente consultabile all'interno del nostro sito), supportato da un team estremamente preparato di allenatori e tecnici disposti a muoversi in Italia come all'estero per insegnare ai non vedenti come si pratica il nostro battiecorri.

Commissioner, crediamo di non esagerare affermando che esiste da almeno un anno una "febbre da baseball per ciechi" piuttosto contagiosa, scatenata da quel celebre pezzo di Elisabetta Povoledo, apparso sul New York Times nel giugno 2012...

E' innegabile che quell'articolo abbia scatenato grandissima curiosità attorno al nostro movimento, anche se preferisco sempre andare coi piedi di piombo su questi aspetti, assaporando concretamente ciò che abbiamo conquistato piuttosto che produrmi in voli pindarici fantasiosi su ciò che potrebbe accadere.

Oggi siamo molto orgogliosi di aver interpretato un ruolo fondamentale nell'avviamento di una squadra francese (Les Bandits de Nogent) e di una compagine tedesca (The Bavarian Bats), squadre che incontreremo con grande piacere nella terza edizione della Moles Cup, in programma a Parigi dal 5 al 7 luglio prossimo.

Sarà come sempre una splendida festa di sport e colore che permetterà alle due compagini di atleti AIBXC invitati di fare il punto sullo stato dell'arte del nostro battiecorri all'estero.

Esistono poi altri progetti su cui preferirei tenere un certo riserbo.

Un piccolo scoop pre-estivo ci sta, faccia un bel regalo ai lettori di Baseball.it.

(Pausa teatrale seguita da profondo sospiro, n.d.r.).

Credo che ci si debba giocare sino in fondo la carta USA.

Il nostro deus ex machina, Lorenzo Vinassa De Regny (Consigliere AIBXC, responsabile dei rapporti AIBXC con l'estero) è riuscito faticosamente a procurarsi qualche aggancio a New York e in un altro paio di grandi città americane.

Sappiamo perfettamente quanto i vertici delle principali associazioni sportive statunitensi si siano dimostrati abbastanza freddi nei nostri confronti sino ad ora, nonostante il pezzo uscito sul New York Times ed una serie di video didattici doppiati in inglese che certamente qualcuno avrà sfruculiato sul nostro sito.

Gli americani tendono a difendere a spada tratta il loro "Beep Ball", una forma di baseball molto approssimativa e per nulla somigliante al nostro baseball.

Sarà quindi difficile penetrare un mercato tanto captive e protetto.

E' altresì innegabile che se ci offrissero la possibilità di gestire un paio di dimostrazioni pratiche in qualunque grande città statunitense -- ed in quel caso ci presenteremmo con la creme di AIBXC -- il gancio in mezzo al cielo che scatenerebbe un'operazione di tale portata potrebbe davvero trainare il nostro movimento molto in alto e spalancarci orizzonti anche in Paesi in cui il baseball fa parte della cultura nazionale come Venezuela, Panama, etc.

Insomma, in USA dobbiamo provare ad andarci.

Chiudiamo con una battuta, Commissioner.

Ma questa copertura capillare ed estremamente appassionata che Baseball.it riserva al battiecorri per ciechi vi sta regalando qualche ritorno positivo? Lungi da noi autocelebrarci....

feedback concreti?

Altro che! E' bellissimo.

Siamo tutti molto contenti del lavoro che state facendo e della visibilità che ci offrite durante le nostre principali manifestazioni.

Colgo tra l'altro l'occasione per invitare una volta di più le squadre AIBXC a collaborare attivamente con voi attraverso la fornitura costante di materiale fotografico, notizie, articoli, statistiche individuali e di squadra, come di quell'aneddotica che magari esula dall'aspetto prettamente sportivo ma contribuisce a definire i contorni umani, la personalità particolare, il talento o le attività dalle nobili finalità che vedono impegnati in prima linea i nostri atleti e che in qualche modo meritano diffusione.

Vi invito infine a visitare frequentemente il nostro sito www.aibxc.it/ come la nostra nuova pagina facebook, strutturate in maniera user friendly per non vedenti e ipovedenti, in modo da segnalarci tempestivamente eventuali problemi di navigazione o legati alla fruizione dei contenuti.

Non dimentichiamo che la nostra riuscita dipende in massima parte da ciò che dicono di noi.

Fotograf

Matteo Briglia (Bedeo)

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