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Canottaggio

Volando più in alto di tutti ADAPTIVE Verso i Giochi ricordando Pechino


da Il Canottaggio
di Roberto Bof - (6 agosto 2012)

L'Italia gareggerà alle Paralimpiadi, dal 31 agosto al 2 settembre nel bacino di Eton Dorney, con sette atleti e due equipaggi. Biglietto staccato solo all'ultima chiamata per il giovanissimo quattro con. A Belgrado, dopo una tiratissima finale contro Sudafrica e Brasile, hanno esultato il timoniere Alessandro Franzetti (Canottieri Gavirate), il capovoga Andrea Marcaccini (Canottieri Firenze), Pierre Calderoni (CUS Ferrara), la non vedente Florinda Trombetta e Mahila Di Battista della Canottieri Gavirate. E' mancata l'impresa, nel singolo maschile, per Fabrizio Caselli (Canottieri Firenze). Nessuna difficoltà, invece, per il doppio composto da Silvia De Maria (Caprera Torino) e Daniele Stefanoni (C.C. Aniene), quinto classificato ai Mondiali di Bled nel 2011.

La storia del canottaggio Adaptive è breve, ma merita di esser ripercorsa per capire in che modo, in poco tempo, si è potuta vincere una splendida medaglia d'oro a Pechino. Quando tra il 2002 e il 2003 i primi "curiosi" con disabilità mossero i primi passi sul pontile della Canottieri Gavirate sembrava azzardato pensare ad un loro coinvolgimento oltre al semplice divertimento. Il più perplesso era il non vedente Gaetano Marchetto, pioniere dello sport per disabili varesino, ma pronto ad affrontare l'ennesima avventura, primo tassello del quattro con.

Nei primi raduni emersero poi Luca Agoletto e Paola Protopapa, del Circolo Canottieri Aniene, accolti in barca dal timoniere gaviratese Alessandro Franzetti. Un vuoto importante restava quello del secondo non vedente, necessariamente donna, ben presto individuata in Graziana Saccocci (Canottieri Milano). Quella che nel 2003 gli addetti ai lavori definivano a buon ragione una missione impossibile arrivò invece, nel 2007, a raggiungere un traguardo insperato. Con largo anticipo, l'Italia e gli Stati Uniti furono le uniche rappresentative a qualificare tutte le barche previste per la prima apparizione del canottaggio alle Paralimpiadi: singolo femminile e maschile, doppio misto e quattro con.

Nei primi mesi del 2008 la squadra azzurra prese una precisa fisionomia disegnando il doppio formato da Daniele Stefanoni (allora Canottieri Gavirate oggi Aniene) e Stefania Toscano (Canottieri Milano), con i singolisti Simone Miramonti (Canottieri Gavirate) e Agnese Moro (Ospedalieri Treviso). A pochi mesi dalla partenza per la Cina, in un fine settimana primaverile ingrigito da un clima invernale, il lago di Varese ospitò le ultime selezioni per ufficializzare atleti e composizione dei equipaggi. Quanto deciso nei mesi precedenti venne confermato con un solo colpo di scena. Infatti, il cronometro premiò l'ipovedente Daniele Signore della Flora Cremona, in condizione migliore rispetto a Marchetto e quindi promosso a titolare. Scelta comprensibilmente difficile che Paola Grizzetti condivise con il suo indimenticabile collaboratore Renzo Sambo, campione olimpico nel 1968 in Messico scomparso nemmeno un anno dopo la vittoria dei suoi ragazzi in Cina.

Ma ancor più la serenità dell'escluso che ben comprese le ragioni di una scelta solo apparentemente velata di ingiustizia a favore di un atleta più forte e quindi più utile alla causa dell'intero movimento adaptive.

A completare la squadra furono chiamati le due riserve Mahila Di Battista e Vittorio Bolis, entrambi della Canottieri Gavirate.

All'arrivo a Pechino gli atleti furono accolti da caldo e umidità soffocanti. Le squadre favorite in Cina da motto tempo prima sembravano ancor più irraggiungibili.

Ma in acqua le sensazioni cambiarono in fretta. Se per i due singoli fu possibile fermarsi alle finali di consolazione, quattro con e soprattutto il doppio volarono in finale con tempi sorprendenti. Un risultato che pesò sul duo Stefanoni/Toscano bloccato dall'emozione alla partenza della gara per l'oro. Un breve blackout che lasciò i due azzurri ai piedi del podio per una manciata di centesimi. Ultima gara tu quella del quattro con. Stritolati dal pronostico, favorevole alle corazzate di Stati Uniti e Gran Bretagna, Agoletto, Signore, Protopapa e Saccocci rispondono ai comandi di Alessandro Franzetti spiccando il volo, generando una cavalcata in solitudine che si concluse con una cascata d'oro e di lacrime di felicità.

La commozione proseguirà poi sul podio sulle note dell'inno italiano e ancor di più in sala stampa quando seduto insieme ai suoi compagni, tra i britannici terzi classificati e gli americani al posto d'onore, Luca Agoletto prese la parola concludendo al meglio una giornata indimenticabile.

"Oggi è l'11 settembre giorno del mio compleanno. Dalla tragedia delle Torri Gemelle non avevo più avuto il coraggio di festeggiarlo. Alla vigilia di questa gara ho chiesto ai miei compagni di farmi un regalo e loro mi hanno accontentato. Questa vittoria è la vittoria dei nostri awersari americani, inglesi e di tutti quelli che hanno i nostri stessi problemi.

Con questa impresa ognuno di noi ha la certezza di quanto, volendolo, sia possibile volare alto. Oggi noi siamo volati più in alto di tutti".

Roberto Bof

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