Una nuova atletica a Saronno
Una nuova atletica a Saronno
Alcuni amici, qualificati istruttori e uno stadio di atletica: ecco un sabato pomeriggio alternativo per i ragazzi di Milano e dintorni, che ogni settimana si incontrano a Saronno, in un campo di atletica leggera ben attrezzato, per divertirsi in compagnia e fare del sano movimento.
Questo gruppo di ragazzi fa parte del “Progetto sport : io corro, salto, lancio..mi oriento in movimento”, finanziato dall’associazione AGERANVI (Associazione GEnitori RAgazzi Non Vedenti e Ipovedenti) per le provincie di Milano, Varese, Lodi, Monza e Brianza. I finanziamenti per questo progetto sono stati ottenuti dall’AGERANVI grazie alla vittoria di un bando provinciale sui progetti per i ragazzi non vedenti.
L’idea dell’associazione è parsa subito ottima alle famiglie che vi fanno parte, e così oggi il progetto ha molto successo, soprattutto fra gli adolescenti.
A ogni lezione, i ragazzi imparano qualcosa di nuovo, grazie ad esercizi strutturati e tecniche di insegnamento mirate.
Lo sport per disabili è nato nel 1944, in un ospedale di nome Stoke Mandeville, e il suo “inventore” fu il neurochirurgo Ludwig Guttmann. Egli capì che, con i dovuti adattamenti, alcuni sport erano accessibili anche ai soldati paraplegici che erano in cura in quell’ospedale. Così, il 28 Luglio 1948, si tennero i primi giochi di Stroke Mandeville per i disabili dell’ospedale. I giochi furono un successo, e le idee di Guttmann cominciarono a diffondersi in tutta Europa. Dopo alcuni anni, nel 1952, grazie anche alla diffusione delle tecniche di riabilitazione dei disabili attraverso lo sport, i giochi di Stoke Mandeville diventarono Internazionali, e nel 1960 si tennero a Roma Olimpiadi per disabili (che divennero poi Paraolimpiadi nel 1984).
Anche in Italia arrivarono le idee di Guttmann, e il più celebre scienziato a studiare le sue tecniche di riabilitazione fu Antonio Maglio, medico chirurgo.
Oggi, le discipline accessibili ai disabili sono davvero molte: si va dal nuoto alla pallacanestro, dal getto del peso al tiro con l’arco, dal tennis da tavolo fino alla corsa in carrozzina. Queste discipline inoltre, non coinvolsero solo i paraplegici, ma anche persone affette da altre patologie sensoriali, come ciechi e sordi, e persone affette da insufficienza mentale.
Oggi tutti disabili possono praticare ogni tipo di sport, e il “Progetto Sport” ha proprio questo obiettivo, incoraggiare i ragazzi non vedenti e ipovedenti a fare delle nuove esperienze in campo sportivo. Lo sport infatti, non solo migliora la salute di chi lo pratica, ma ne aiuta anche l’integrazione, aumentandone l’autostima attraverso il raggiungimento di obiettivi prefissati e di crescente difficoltà con l’avanzare del tempo.
L’anno prossimo il “Progetto Sport” riprenderà normalmente, proponendo ai partecipanti nuove attività e per chi lo vorrà ci sarà anche la possibilità di partecipare ad alcune gare.
Luca T.
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