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Per mezz'ora Diego, Matteo e Luca persero la Marcia!

(Cronaca di un socio del GSD all'avventura della Marcialonga)


Ho sempre sentito parlare della Marcialonga come un'esperienza bellissima, ma allo stesso tempo, una gara estenuante, che richiede tanto allenamento e tanta tanta costanza e pazienza.

A me piace molto lo sci di fondo e da tanto tempo parlavo con dei miei amici che hanno fatto più volte questa estenuante gara di 70 km. tutti a passo alternato.

Era un sogno che avevo già da tempo, ma tantissimi erano i dubbi, primo fra tutti, chi poteva guidarmi per 70 km? L'altro dubbio che avevo era se ce l'avessi fatta a compiere un'impresa del genere.

Finalmente, dopo tanto attendere l'occasione è arrivata: l'Associazione Sportabili di Predazzo ha dato la disponibilità per poter trovare le guide e coordinare tutta l'organizzazione affinchè anche noi con problemi di vista potessimo partecipare a questa agognata gara.

Ho conosciuto 2 settimane prima la mia guida, Matteo, che mi avrebbe accompagnato lungo i 70 km.

L'affiatamento è stato subito facile: abbiamo sciato per 35 km. in serenità, tutto veniva facile, Matteo si è subito dimostrato all'altezza del suo compito e la naturalezza dei gesti e la spontaneità del suo atteggiamento lo presentavano come uno abituato ad aver a che fare con non vedenti.

In realtà, era la prima volta che lui guidava un non vedente sugli sci e questo gli ha fatto onore fin da subito.

Alla fine della giornata di affiatamento eravamo sicuri che ce l'avremmo fatta a compiere questa impresa: la forma fisica c'era, gli sci sarebbero stati preparati da lui nei giorni precedenti la Marcialonga, la voglia di sciare insieme c'era anche quella.

Insomma tutto era pronto, nulla era stato lasciato al caso: avevamo provato tutte le tecniche di guida: davanti, a fianco e a trenino.

Insomma eravamo pronti, dovevamo solo attendere 2 settimane!Ho sempre visto questa gara come una cosa da supereroi, una cosa da grandi fondisti con alle spalle anni e anni di faticosi allenamenti.

E, finalmente, il 31 Gennaio è arrivato, finalmente anch'io ho avuto la possibilità di misurarmi con questa prova di forza e sfida verso i miei limiti.

Siamo partiti io, Bruno e Davide alla volta di Predazzo Sabato 30 Gennaio, di buon mattino: il grande momento si stava avvicinando, mancavano ormai poche ore!Il pomeriggio di Sabato l'ho passato a riposarmi, a conversare al telefono con la mia amata Compagna e, come se non bastasse, a godermi una sauna bella rilassante e ben augurante.

E, finalmente, il gran giorno è arrivato: la sveglia è suonata presto, alle 05:40.

L'appuntamento per la partenza era previsto per le 07:00: dovevamo raggiungere a piedi la caserma della Guardia di Finanza dove il pulmino di Sportabili ci avrebbe portato a Moena alla partenza.

La nostra partenza è prevista per le 08:45, il mio numero di pettorale è 5711; durante tutta la gara il pubblico da casa poteva seguirci dal sito Internet della Marcialonga.

Arriviamo a Moena alle 07:45 e già qualcosa cominciava ad andare storto: c'erano ben 3° sopra lo 0.

Era caldo fin dal mattino presto, già sapevamo che avremmo trovato una neve bagnata, pesantissima e faticosissima.

Abbiamo dato le ultime 3 mani di sciolina sotto gli sci, ormai non ci si poteva più tirare indietro.

Abbiamo indossato i pettorali e la casacca di riconoscimento per me e per la guida.

Lì, sul posto, conosco anche Luca, l'altro Finanziere che ci avrebbe accompagnato lungo tutta la giornata.

In realtà era stata prevista solo una guida per ogni non vedente ma, per alcune defezioni dell'ultimo minuto, erano già state destinate 2 persone in più dalla Guardia di Finanza e così io e Bruno abbiamo goduto di questo privilegio.

Il tempo passava e ormai tutto era pronto: con gli sci in mano ci avviciniamo alla gabbia dalla quale saremmo partiti a piedi.

Che tristezza vedere tutto verde intorno, quasi come se fosse primavera e solo una striscia bianca in lontananza! Quella striscia ci avrebbe guidato sulla retta via per 70 km., temperatura permettendo.

Il tempo passava, tutti noi partenti ci accalcavamo con un discreto ordine nella gabbia, pronti a scattare al segnale di partenza.

I minuti passavano e l'ora della partenza si avvicinava... Ore 08:45, dovevamo partire noi con i numeri fra i 5200 e 5800.

E, invece, no, le procedure di partenza si sono prolungate più del previsto e così noi siamo partiti con ben 25 minuti di ritardo, alle 09:10.

Che sensazione strana, andare alla partenza di una gara di sci camminando sull'erba e sulla strada con gli sci in mano! In pochi metri siamo arrivati alla famosa striscia bianca, la nostra striscia di neve e lì, dopo esserci messi gli sci ai piedi è iniziata la nostra lunga Marcia.

Che bello sentire lo scivolamento sotto i piedi! Che bello spingere con le braccia e vedere che si va avanti bene! La neve era ancora passabilmente fredda e stava tenendo abbastanza bene.

Dopo poco tempo subito ci si presenta una salita: era il momento per provare se la sciolina teneva... Ebbene sì, con mio grande stupore, viste le condizioni della neve, gli sci tenevano e si procedeva abbastanza agevolmente.

Che sensazione strana dover passare fra tutti i concorrenti ed essere uno di loro! Tutti ti passano sulle code degli sci, tu devi lottare per stare in piedi senza invadere troppo per non dare fastidio agli altri: è tutto un gioco di piccoli spostamenti verso destra o verso sinistra, seguendo le precise indicazioni di Matteo.

Ebbene sì, anch'io riesco a togliermi una prima soddisfazione: con la coda dell'occhio vedo un varco in cui passare e faccio cenno di voler superare.

Guardo Matteo e lui, con tono perentorio, mi dice: "Vai!" E così parte il mio allungo, i passi si fanno più piccoli e più frequenti, le braccia spingono e, con grande soddisfazione, vedo il concorrente alla mia sinistra che arranca in salita mentre io lo passo senza nessuna esitazione.

Che bello!!!!!Un'altra bellissima sensazione è stata il tifo: il passare in mezzo a file di gente che ti incitava a spingere e ad andare avanti suonando campanacci, battendo su coperchi di pentole e spronandoti ad andare avanti! Io non avevo mai provato una sensazione così forte: il tifo fà davvero miracoli, ti trasmette un'energia che è come se ci fosse qualcuno che ti spingesse da dietro.

Che bello!Anche adesso, quando sono ormai passati parecchi giorni e ripenso a quei momenti, ancora sento l'adrenalina che scorre e mi sembra anche di sentire i rumori e le grida di incitamento.

Che belle sensazioni!E così, fra spinte di braccia e passi più o meno veloci la nostra Marcia procede bene, la gente in pista è ancora tanta e, dopo i primi chilometri, anche i pochi binari in pista si sfaldano dal caldo e dai migliaia di passaggi.

Tutto il resto del tragitto sarà senza binari, si dovrà fare molta fatica a tenere la direzione e, soprattutto, la neve sarà sempre peggio con il passare delle ore.

E con questi pensieri e con l'adrenalina che scorreva a fiumi, arriva, in un batter d'occhio, il primo ristoro dopo circa 10 km.

Giusto pochi secondi per tirare un attimo il fiato, bere qualcosa di caldo, mangiare qualche biscotto e frutta secca e poi bisognava ripartire; i chilometri da fare erano ancora tanti e, soprattutto, le salite erano ancora belle lunghe e ripide.

Mentre andavamo Luca teneva il tempo e faceva una minima previsione di quando saremmo arrivati a passare il primo cancello orario a Canazei.

E così, dopo lungo faticare, siamo arrivati a Canazei alle ore 12:20, 10 minuti prima della chiusura del cancello.

Questo mi ha dato ancora più voglia di andare avanti, ancora più voglia di portare a termine quella lunga sfida, nonostante i chilometri da fare fossero ancora tanti.

Belli rinfrancati da questo dato abbiamo proseguito di gran carriera alla volta di Predazzo: una lunga discesa, che avevamo già provato 15 giorni prima, ci avrebbe portati in men che non si dica a passare il secondo cancello orario.

Tutto stava procedendo per il meglio quando, dopo pochi metri, la neve ha cominciato a mollare: sembrava di sciare sulla farina bagnata, gli sci si piantavano e anche le discese più ripide sembravano delle impercettibili salite.

Non c'era scivolamento, non c'era possibilità di andare di più nonostante le spinte di braccia.

Nel frattempo la temperatura atmosferica saliva ed è anche arrivata a 10°.

Una vera tortura! Quella che doveva essere una bella cavalcata verso Predazzo si è trasformata in una lunga faticata verso Predazzo ed una marcia infinita verso l'ignoto.

Chissà se avremmo mai passato il cancello di Predazzo entro l'orario previsto!Il tratto più noioso di questa parte di Marcialonga è stata la lunga piana che precede l'arrivo degli atleti a Predazzo: non finiva più, lungo la pista i binari non erano neanche più delle logore tracce e, addirittura, si dovevano evitare delle piccole pozze d'acqua! Vi lascio immaginare in che condizioni stavamo sciando ormai da ore... Siamo arrivati provati psicologicamente e ormai consapevoli del fatto che la nostra Marcia sarebbe finita proprio a Predazzo.

Ed è così che alle 16:30, mezz'ora dopo la chiusura del cancello, i nostri sci arrivavano davanti al varco chiuso e un addetto dell'organizzazione ci ha strappato il chip dai nostri rispettivi pettorali decretando così la fine della nostra gara.

Una foto di noi 3 affiancati suggella la nostra impresa.

Diego con Luca e Matteo al bar dopo la faticosissima Marcialonga!

Ero provato psicologicamente, sfinito, esausto, ma il fisico avrebbe ancora tenuto per molto tempo: Matteo e Luca erano contenti ma anche loro amareggiati dalle condizioni di neve che avevamo trovato.

Entrambi hanno detto che era la prima volta che trovavano condizioni di neve così difficili.

L'evento più bello è stato quando ci siamo riuniti tutti e 3 in un lungo abbraccio prima di entrare in un bar a riscaldarci e a reintegrare i liquidi persi.

Un lungo abbraccio che ci ha trasmesso un legame solido che, chissà, se si può replicare in futuro!Malgrado tutto è stata comunque una bella esperienza che mi ha dato tanto e che rifarò sicuramente!Volevo ringraziare Sportabili che ha messo a punto tutta l'organizzazione in maniera impeccabile badando a curare ogni piccolo particolare e la Guardia di Finanza che, come ormai da lungo tempo, ha messo a disposizione le guide che ci hanno permesso di provare questa fantastica esperienza e che ha dimostrato, ancora una volta, una grande disponibilità verso di noi.

Grazie a tutti e a risentirci alla prossima Marcialonga!Diego Chiapello.

Diego Chiapello

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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