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4-8 luglio 2014, dieta dell'estate! 4 chili in 4 giorni... Sì, ma di troppo!


Ecco il Nordic del G.S.D. non vedenti di Milano, e provate voi adesso a fare la prova costume!

Ha tentato, Renato del mitico albergo Rosa, di prepararci, per il nostro arrivo di venerdì sera, una sogliolina leggera... Peccato che qualcuno abbia pensato subito di derogare con un abbondante tagliere di salumi e formaggi!

Ci ha provato Alberto a portarci alla Caserina, una malga dove il servizio e la quantità delle razioni ti fanno desiderare di aver portato qualche panino per pranzo... Ma poi rovina tutto portandoci a integrare il magro pranzo con una merenda a base di strauben!

Diciamoci la verità, se uno a caso di noi, vero coccolino? avesse avuto il verme solitario, lo avrebbe fatto morire di indigestione!

D'altra parte quando si è in giro per i monti si cammina, si cammina, si cammina... E la fame aumenta!

Al nostro arrivo di venerdì dovevamo proprio consolarci con una prima cena abbondante, il meteo era contro di noi, tutta la settimana prevista di piogge sparse, o, in alternativa, di piogge concentrate.... E porcaccia miseria!

Ma la mattina, dopo esserci consolati con una abbondante colazione, ci mettiamo in spalla i nostri zaini ripieni di ombrelli e mantelline e partiamo, indomiti e speranzosi!

Primo chilo: confortante.

Non abbiamo capito se l'intenzione del capo indiano Alberto Paziente fosse di farci un regalo, di farci cominciare con una gita apparentemente soft, "Oggi tutta discesa, ragazzi, non preoccupatevi!", oppure di cominciare la vacanza eliminando bellamente qualcuno lungo la strada!

Intanto saliamo in macchina fino a Campitello, in val di Fassa, da dove prendiamo gli impianti per arrivare al Col Rodella. E fino a qui, tutto bene, e non piove neanche!

Eccoci finalmente pronti a far andare i piedi, bastoncini in mano, scarpe nuove da collaudare, una bella ariettina fresca, forse qualcuno è stato un po' ottimista a restare in t-shirt... Ma non preoccupatevi che si scalderà!

Le mitiche guide della stessa tribù di Alberto Paziente, cioè la Polizia di Moena, sono Mauro Occhidighiaccio, Tarcisio Frettoloso, Bruno Trecani, Franco Prudente e Andrea Occhiodifalco.

Non sappiamo se sanno seguire bene le tracce, ma di sicuro sanno trovare bene da mangiare!

Il gruppo avanza sul tortuoso sentiero dal col Rodella tra i monti.

Dicevamo, ecco la bella discesa promessaci che si snoda tra pratoni, boschi, su un fondo ghiaioso, a volte melmoso, erboso, nevoso... Ah sì, anche sassoso! Anzi, soprattutto sassoso!

Chi doveva collaudare le scarpe, bisogna dire che la Salomon ha superato la prova Nordic!

Il gruppo si sgrana, a seconda delle gambe, vabbè, mica tutti sono atleti seri! Ma anche i meno performanti, vero Coccolina? se la cavano egregiamente, affondando nel fango dove la pioggia continua ha ammollato la terra, saltando a guado ruscelletti che, gonfiati sempre dalla solita pioggia, cantano felici ovunque, lasciando morbide impronte sulla lussureggiante, sempre colpa della pioggia, erba dei pascoli, e scavalcando formazioni sassose più o meno impervie... Queste invece la pioggia non le ha ammorbidite di una virgola, per lo meno non nell'ultimo secolo!

Ma almeno, intanto al momento non piove!

Intorno a noi fischi di marmotte, immancabili, allegri, confortanti, che rimbalzano tra le rocce sparse nei pratoni che ci circondano. Niente alberi qui in alto, e indovinate di chi sono i residui organici di cui si sente il profumo? Non siamo troppo in alto solo per gli alberi, ma anche per le mucche. Qui intorno le campanelle tintinnano attacate al collo di pecore e capre, ehm,,, almeno se pestiamo una cacca sappiamo che sono piccole piccole!

Sorpresa, a lato del sentiero stanno ruminando anche altre bestie strane... siamo andati troppo a est o troppo a ovest? Lama peruviani e yak tibetani... O allucinazioni delle nostre guide?

Il gruppo sosta nei pressi di una statua di Yac dove vi sono anche un lama e qualche mucca.

Non riusciamo ad accarezzarli per conferma, forse non sembriamo abbastanza sherpa perchè gli yak abbiano fiducia di noi, e forse il lama è meglio lasciarlo a rispettosa distanza, si sa mai che gli vengano idee strane. Magari legge nel pensiero e sicuramente qualcuno di noi si starà chiedendo se sono buone le bistecche di lama!

Il lama nei pressi della statua di Yac.

Oltrepassiamo il rifugio Pertini, dove il gruppo si compatta. Qualche minuto per tirare il fiato, bere, sgranocchiare qualcosa e via. Dolci malghe di fortunati indigeni punteggiano i pascoli; e le marmotte continuano a farci compagnia.

Il rifugio Pertini svetta nel cielo azzurro.

Ecco finalmente che il sentiero finisce, ma non la discesa. Intanto siamo sui pratoni che portano al rifugio Micheluzzi, dove ci fermeremo per pranzo. Scopriremo poi che siamo solo a metà strada, ma meglio scoprirlo dopo, a stomaco pieno!

Troviamo Chiara, che con il capo Alberto si è esplorata la val Duron alla faccia nostra che non avremo il tempo di farlo, e i primi arrivati già con i piedi sotto al tavolo. Fermi tutti, qualcuno legga il menù! E intanto.... comincia qualche goccia di pioggia!

Polente, uova e speck, gulash, salamelle, i tavoli si riempiono e i piatti si svuotano... Appagati, rilassati, soddisfatti, e, il che non guasta, asciutti, siamo pronti per scoprire che ci mancano ancora sei chilometri!

E intanto, non piove più! E poi dicono che non esistono gli angeli custodi...

Almeno per i pazzi esistono!

Rieccoci sulla strada della discesa, ci porterà a Campitello, e qui siamo su porfido e asfalto il che non è proprio fantastico per i nostri quadricipiti, ma quando il bosco finisce e il ponte su uno scrosciante torrente ci introduce in paese, sappiamo che ormai ci siamo quasi!

Sul ponticello per andar dal Micheluzzi a Campitello.

La guida Tarcisio Frettoloso si rifiuta di farmi fermare in gelateria, uffa, avevamo tutto il tempo! Arriviamo al pulmino dove i primi già si stanno raccontando barzellette, e ci uniamo in attesa degli ultimi.

Nel tratto di pulmino che ci riporta a predazzo troviamo di nuovo la pioggia... da un lato solo, dall'altro c'è il sole! Forse chissà, sul tetto c'è un bell'arcobaleno!

Secondo chilo: deludente, con rabbocco.

Il Capo Indiano Alberto è riuscito a farci venire solo qualche vescica, ma siamo ancora qui!

Pronti, con la nostra bella colazione abbondante, e le scorte dietro, non si sa mai.

Anche oggi una dozzina di chilometri, stavolta con salite.

Stupenda vallata verdeggiante.

Si arriva con le auto fino a Pampeago, poi per non so più che giro, secondo me lo hanno allungato apposta perchè mi pareva che una volta fosse più corto, ci ritroviamo a passo Feudo: sentiero bellissimo, boschi, prati, profumi e qualche raggio di sole... Dai che lo freghiamo anche oggi! Tanto chi si doveva scottare perchè per fare il grande non si è messo la crema lo ha già fatto ieri... Oggi può incrementare la tintarella.

Tappa a casa di uno zio con prosecco, succhi, e profumo di salamella... Com'è che della salamella si sente solo il profumo? Ehm... ha fatto bene a non tirarle fuori, gli avremmo finito le scorte estive...

Grazie zio!

Stiamo ripartendo e fa finta di piovere, giusto perchè qualcuno si scomodi a tirare fuori le mantelline. Smette subito, anche questa volta la scampiamo!

La strada è ancora bella, bel fondo ghiaiato; ahia! Avevo detto ghiaiato, cosa ci fa un sasso gigante? Non lo abbiamo mica già passato il sentiero geologico? Non so a quale era geologica appartenga questo macigno, non so da quanti eoni sia piazzato qui, ma so quanto tempo ci metterà il mio alluce a smettere di farmi male... Un bel po'! Sempre collaudo scarponi? Forse pretendere che siano anche antiinfortunistica è un po' troppo, promossi lo stesso.

Ok, dai che il sentiero è finito e si passa ai pratoni, ecco, giusto il tempo di farsi male...

Piste da sci viste dalla malga Caserina.

Le piste di sci non si fanno a slalom solo quando sono innevate, conviene che anche noi sull'erba da pascolo ci facciamo un po' di diagonali: Capo Alberto, guarda che la guida indiana Tarcisio Frettoloso non è diventato Tarcisio Zoppo per colpa mia, me lo avevi dato già danneggiato! Povero Tarci, con il suo ginocchio già sifulo forse non era proprio il caso di fargli fare tutta questa strada in più! Potevamo sempre buttarlo giù diretto.... Ehm.

Due dei tre cagnoloni di Bruno riposano sull'erba.

Che invidia, i 3 cagnoloni di Bruno che continuano a correre da un gruppetto all'altro, fanno un sacco di strada in più e non fanno mica tutta la fatica che stiamo facendo noi!

Poi si arriva alla meritata malga del pranzo... La Caserina: leggiamo il menù? Il gruppo è perplesso... "Ecco, voi non siete pev niente vaffinati, non capite, siete dei bavbavi... solo pevchè non appvezzate l'alta cucina vi lamentate che le vazioni sono tvoppo piccole.... buzzuvvi!"

Intanto aspettiamo che ci servano. E aspettiamo. Ok, aspettiamo ancora un pochino.

Aspettare va anche bene, intanto ci si riposa. E non possono neanche accusarci che siamo noi a rallentare l'andatura.... Ma poi, quando nel piatto si contano 16 gnocchi e un rametto di pino... Oppure 5 bocconcini di carne e il solito rametto di pino... Forse dovevamo mangiare anche il pino?

Insomma, qui il piatto piange, e non solo il piatto. Tutta questa strada e non possiamo neanche integrare il nostro chilo del giorno? Capo Alberto, pensaci tu!

L'avessimo mai detto: ecco, era il giorno giusto per fare un po' di dieta... E invece ci portano a fare merenda con gli strauben! Chi non sa cosa siano gli strauben, probabilmente è perchè è magro!

Bisciolini di pastella conformati a nido circondano un cuore di marmellata di mirtilli. Questi sono gli Strauben o fortaie.

Anche quelli ce li siamo dovuti guadagnare, che credete, mica era finita la fatica: ci sono sempre i soliti pratoni da scendere prima di arrivare alle macchine e agli strauben. E indovinate cosa troviamo nei pratoni? Mucche? Sì! Cavalli? Anche! Maiale? Anche lui! ... Non ci vuole molto per cogliere il parallelo... Ti sfido che i piatti erano semivuoti, la pappa è ancora tutta qui! Ehm....

Dai, tutto sommato anche oggi abbiamo mantenuto la media, la merenda dolce è stata abbondantemente onorata, e il nostro verme solitario continua a ingrassare...

Alla sera qualcuno deve tornare a Milano. Tranquilli ragazzi, per non abbassare la media la vostra parte di polenta ce la mangiamo noi!

Terzo chilo... e mezzo. . Devastante!

Rifugio Salanzada.

Arriviamo a Cavalese in auto: siamo dalle parti della cascata ma non ce la fanno vedere, hanno paura che ci mangiamo anche quella?

Vabbè, ominciamo anche oggi la nostra passeggiatona.

Non so cosa sia successo: anche oggi la passeggiata è bellissima, e anche oggi ci sono delle belle salitone; saranno le chiacchiere che hanno assorbito la mia attenzione, saranno le fragoline, -grazie Presidente che mi hai segnalato che c'erano, se no la guida Tarcisio Frettoloso col cavolo che me ne raccoglieva questa bella manciata! Bravo il tuo Andrea Occhiodifalco!-

Stupendo pratone punteggiato di pini sotto il sole e un cielo azzurrissimo.

Saranno le fonti dolci che ci permettono di abbeverarci di acque profumate di legno... Insomma, fatto sta che anche oggi andiamo via benissimo, anche se il gruppo dei più performanti, Consuelo, Martina, la Gio, il Presidente, continuano a essere avanti; basta che non si mangino tutte le fragoline! A un certo punto del percorso, qualcuno ha la possibilità di deviare per un sentiero un po' meno impervio, forse quelli più furbi... vero Dieghi? Con la loro guida Franco Prudente Diego e Annalisa forse hanno fatto la scelta giusta!

Chi invece ha scelto la salita, ora se la smazza! Qualcuna delle guide approfitta di uno delle torri-formicaio che si alzano ai lati del sentiero per farci sniffare, da un fazzoletto, l'acido prodotto dalle formiche. Ma non è che lacido formico è dopante? Qui continuiamo inspiegabilmente a salire come stambecchi! Bè, quasi, magari stambecchi un po' stanchini.

Sentiero nel bosco tra l'ombra degli alberi.

Lungo la strada incontriamo le rovine lasciate da una recente tromba d'aria: il buonissimo profumo di legna che sentiamo arriva da giganteschi alberi, abbattuti come stuzzicadenti da un vento impietoso... Mette una tristezza! Un paio di questi giganti sono ancora in piedi a lato strada, fermi tutti, voglio assolutamente abbracciarli!

La scia della devastazione è davvero impressionante.

Oggi invece il tempo non minaccia neanche pioggia, alla faccia delle previsioni, è il primo giorno che si riesce a stare in canottiera! Tanto quelli furbi la crema l'hanno messa... Ehm.

Vallata vista dalla discesa per malga Salanzada

Senza neanche accorgerci, decisamente merito delle fragoline e dell'acido formico dopante... scolliniamo e cominciamo la discesa. Alla malga Salanzada si sono già accomodati quelli più veloci, e la Chiara che si è esplorata come il solito tutti i dintorni. Dai capelli di qualcuno scendono fontanelle di sudore... Meno male che le magliette sudate le avete appese ad asciugare alla staccionata! Non voglio neanche sapere come erano ridotte. Il tempo di accasciarsi sul legno caldo delle panche, e ci chiamano dentro per mangiare, peccato, c'era un solicello così bello... Ma la lettura del menù assorbe subito tutta la nostra attenzione: maremma bufala, e come scegliere? Ravioli di patate, gulash, grigliate, polente, tagliatelle con selvaggina... Va bene, non tutti a una persona sola, ce le siamo anche divise, anzi, qualcuno si è diviso anche il piatto degli altri, oltre al suo! Scelta dura anche per i dolci, ragazzi, io faccio fatica anche a finire il mio bicchiere di melissa, dove la mettete tutta quella roba? Ok, ho capito: d'altra parte, quella collinetta sotto lo stomaco del Coccolino, è stata alimentata apposta per conformarsi al panorama montano!

Nel frattempo ci hanno raggiunto Giulia e Carla, andate ad arrampicare. Possiamo sicuramente garantire sulla qualità delle pappe!

Ecco, questo sì che è stato un pranzo soddisfacente, appagante, risolutivo direi! Come mai in questo bel posticino non ci eravamo mai stati?

E adesso? Guarda un po', nel frattempo ha anche piovuto! Tranquilli, qualcuno molto previdente si è anche ricordato di recuperare le magliette dalla staccionata. E qualcuno molto gentile è sceso a prendere auto e pulmino per non farci bagnare; ma, siccome avevamo chiesto che piovesse solo durante i pranzi, e ora quindi non piove più, noi ingrati decidiamo che è meglio se facciamo due passi a piedi, almeno per tacitare un minimo di coscienza!

Altro che due passi dovevamo fare, per digerire, tutti gli otto chilometri fino a Predazzo! Ancora sul sentiero alberi abbattuti dal vento, già segati e accatastati. Poverini, giganti sdraiati che ci offrono l'ultimo profumo intenso di resina. Leggeri leggeri passiamo su uno strato di rami tagliati ancora sulla strada.... Crak! Ho detto leggeri! Coccolino, come mai solo quando sei passato tu sui rami si è sentito Crak?

Ecco gli impianti da dove siamo partiti, il navigatore ci informa che anche oggi abbiamo fatto la nostra bella dozzina di chilometri soddisfacenti! Ma non è che qualcuno lo ha sabotato? a me sembravano un bel po' di più!Di nuovo in auto, e anche oggi niente pioggia in testa!

ultimo mezzo chilo: sopravvissuti!

é arrivato martedì, per il gruppo è l'ultima colazione e l'ultima passeggiata.

Mi sa che stavolta il cielo non è solo minaccioso, fa sul serio!

Ragazzi, ce le avete tutti le mantelline? Stavolta non ci dividiamo, ci portiamo a Stava con le auto e da li ci facciamo un giretto, ovviamente in salita, verso un maneggio e oltre, ma quando arriviamo in cima, di nuovo sulla strada d'asfalto, gocce di pioggia sempre più insistenti invitano a tirar fuori ombrelli e mantelline.

Pratone sotto un cielo bigio.

E va bè, diciamo che ci sta, sono 4 giorni che ci giriamo intorno! Forse sono stati più furbi quelli che si sono fermati in palestra con il Palu a fare un po' di roccia, Carla e Giulia, i Dieghi, e Davide.

Cosa dite, li leghiamo a un lampione senza ombrello?

Anche camminare sotto la pioggia però ha il suo fascino.

Alberto Paziente continua a essere paziente, raduna il gruppo, e ci conduce in un bar, tanto vale farsi un aperitivo all'asciutto, giusto per farsi venire voglia di pranzo!

Quando giunge l'ora e mettiamo le gambe sotto il tavolo ci ha raggiunto anche la famiglia di Alberto, non è che ci fregano le pappe? Va per la maggiore una "Zuppa Esaù": polpettine di carne in brodo... Davvero azzeccate! Non si rinuncia al dolce, mica che la collinetta sotto lo stomaco perda un po' della sua rotondità.

I bagagli del gruppo sono già tutti in pulmino, giunge l'ora di ripartire per la triste città.

Anche quest'anno i monti sono stati buoni con noi... in tutti i sensi! E chi adesso deve andare al mare, si provi pure il costume!

Angela Bellarte

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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