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TIRO CON L'ARCO - ANCHE QUESTO ESAME E' FINITO


Sono rientrato Domenica sera da Palermo dove si sono svolti i Campionati Targa para-Archery.

Scherzando, con gli amici e i compagni di gara, io ritenevo queste gare come l'esame finale di "Tiro con l'Arco" cioè una verifica del percorso di allenamento fisico, tecnico e mentale. Visti i risultati, direi che l'esame è andato bene: medaglia d'Oro nella gara di Categoria e medaglia d'Argento negli scontri per il titolo assoluto.

C'è un però, che voglio sottolineare ed è difficile da spiegare a chi non è un tiratore: dall'esterno la gara per il titolo assoluto è andata bene ma, vista dal mio punto di vista di me come tiratore vi dico che la gara è andata da schifo; ora vi spiego.

La gara di Categoria che si è svolta Sabato 29 Giugno non ha fatto registrare grosse emozioni: ho tirato moderatamente bene, potevo sicuramente fare di più perchè in altre gare ho fatto più punti, però ho dato ben 30 punti di distacco al secondo e altri in più al Terzo classificato, Claudio Peruffo che è da sempre il mio avversario più temibile. Ho chiuso con la medaglia d'Oro e 319 punti segnati.

Ho iniziato la giornata di Domenica 30 Giugno con le volè di riscaldamento che, a parte le prime frecce dove ho messo a posto il mirino con l'aiuto preciso ed efficiente di Mario, il mio allenatore, hanno fatto registrare veramente una buona preparazione: la freccia più brutta che tiravo in quei momenti andava sul 7: una sensazione bellissima. Sentivo dentro di me che tutto era pronto, era l'ennesima conferma che il gesto era messo a posto bene, che il mirino era perfettamente tarato e che io, mentalmente, mi sentivo pronto. In effetti è vero: durante questa fase di riscaldamento, non avevo nessuna tensione addosso, nessuna ansia che mi facesse aumentare la frequenza cardiaca, nessuna paura di affrontare la finale con Claudio Peruffo: mio diretto avversario da sempre. Insomma, tutto faceva presagire che sarebbe arrivato anche il secondo Oro.

Finita la fase di riscaldamento noi che dovevamo affrontare le finali per il Primo e Secondo posto, siamo stati fermi per 45 minuti in attesa che si disputassero le finali per il Terzo e Quarto posto. Io ero lì, nei pressi del mio arco che attendeva di compiere insieme a me l'impresa di portare a casa la medaglia d'Oro e ho assistito alla finale Donne per il Terzo e Quarto posto dove la mia compagna di Società Loredana Ruisi ha vinto con un netto 7-1 lo scontro contro Barbara Contini aggiudicandosi, quindi, la medaglia di Bronzo. Finita questa gara, un po' stavo con me stesso a ripetermi in mente "Io tiro per divertirmi", "Io tiro perchè mi diverto", "Io so tirare bene", e, inoltre, il motto che mi ha dato la mia fidanzata "Tira senza pietà". Insomma, una serie di messaggi positivi che avrebbero dovuto aiutarmi ad affrontare la finale. Successivamente ho incontrato Claudio Peruffo e gli ho augurato "In bocca al lupo, tiriamo per divertirci, tanto abbiamo o Oro o Argento in mano, quindi, direi, niente male". E, dopo pochi minuti, ecco arrivare il suono di chiamata sulla linea di tiro per l'inizio dell'ultima prova di questo importante esame.

Prendo il mio Arco e seguo attento le indicazioni di Mario che mi conduce con disinvoltura e sicurezza fino al mirino dove, in pochi secondi, prendo posizione, mi sento bene, mi sento pronto.

Arriva il secondo segnale e iniziano i 120 secondi che sanciranno l'andamento della prima Volè. Incocco la freccia, faccio un bel respiro, il cuore mi dà un piccolo colpo più forte, faccio un altro respiro e tiro: la prima freccia va fuori del bersaglio a destra, incocco la seconda, verifico tutta la posizione, il cuore non batte più forte come prima, vado in trazione e tiro: altra freccia fuori. Mi dico: "Ma come, io mi sento allineato!" Faccio un altro bel respirone, incocco, vado in trazione e tiro: anche la terza fuori. Scendo dalla linea di tiro, anzi, avrei voluto scendere, ma rimango lì, posizionato sulla linea di tiro. Per la categoria VI è concesso rimanere sulla linea di tiro anche se, a me, non piace moltissimo ma, ormai, con Mario, eravamo rimasti d'accordo così ed era inutile cambiare. Io, prima Volè a 0, Claudio vince con un numero imprecisato di punti: d'altronde questo non mi interessava. Io stavo tirando per me stesso e stavo tirando veramente male.

Arriva il suono di chiamata, faccio 2 bei respiri, arriva il secondo suono e si parte con la seconda Volè: incocco, verifico i piedi e l'allineamento delle spalle, vado in trazione e tiro: la freccia è fuori a sinistra. Non riesco a spiegarmi il motivo, faccio lo stesso per la seconda e la terza freccia: una fuori e l'altra sull'1. Anche questa Volè la vince Claudio totalizzando solo 2 punti: 1 in più di me che gli permette di allungare la distanza portandosi sul 4-0.

Il cuore comincia a balzarmi in petto: ormai so cosa devo fare e lo faccio: 2 bei respiri, il cuore rallenta e io mi sento di nuovo bene e a posto per iniziare la terza Volè.

Primi 2 suoni di chiamata: non penso a nulla, incocco solo la freccia e attendo il via dei 120 secondi. Parte il cronometro: mi sento bene, anche mentalmente non penso a nulla, vado in trazione e tiro: la freccia va bassa. Non me lo spiego. Cerco di riportarmi lì con la mente, non so se ci riesco. Fatto sta che anche la seconda freccia va fuori a destra. Ormai sento che è andata così e quindi tiro la terza freccia così senza pensare a nulla: la freccia va nell'8. A freccia nel bersaglio io riverifico come mi sentivo prima di rilasciare e mi sentivo esattamente come prima quando le frecce sono andate fuori. E così è sfumato il sogno d'Oro perchè Claudio totalizza 9 punti che gli consegnano la medaglia d'Oro.

Scendo dalla linea di Tiro, poso l'Arco e mi sento deluso, frustrato, come se tutto l'allenamento fatto non fosse servito a nulla. Dopo qualche minuto mi verrebbe da piangere ma ricaccio indietro le lacrime. Nel frattempo, intorno a me, succedono cose a livello frenetico: Mario recupera il mio Arco e comincia a smontarlo, Armando si avvicina e mi da una pacca sulla spalla, segno del suo dispiacere. Tutti questi eventi scivolano via come acqua sulla roccia, io vorrei mollare tutto e scappare per andare a rintanarmi con me stesso e il mio Argento che, più che brillare, ha il colore della ruggine più spietata.

Seguono attimi di considerazioni e reazioni forti fra me e Mario che, giustamente, è deluso e amareggiato esattamente come me.

Smonto tutta l'attrezzatura con gesti automatici, completamente distaccato da tutto e da tutti. Il mondo mi crolla addosso. E mi dico: "Ma allora il cervello mi ha ingannato!" Non so come interpretare quello che mi è successo. Io so solo che devo lavorare ancora molto duramente per gestire questo stato emotivo così strano mai provato prima.

In conclusione voglio ringraziare tutti: Loredana, Susanna, Mario, Armando e Maurizio per avermi dato sostegno e dimostrato vicinanza in questo momento duro per me.

Grazie a tutti e arrivederci alle prossime gare.

Diego Chiapello

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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