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Un invito ad arrampicarsi!


Silvia Parente è campionessa mondiale di paraclimb Nella disciplina SPEED, la gara si è disputata lunedì 18 luglio 2011 ad Arco con il primo Campionato mondiale di paraclimbing

Con questa importante premessa, è proprio a Silvia che mi sono rivolta per saperne di più sull'arrampicata; io, un po' per scherzo, un po' per mettermi alla prova ci ho provato.

Era la primavera del 2010 quando mi sono aggiunta al corso, già avviato da alcuni mesi, tenuto dall'istruttore Matteo e organizzato dal Gruppo Sportivo Non Vedenti; sono stata accolta in primis da Silvia nella palestra Tonic dove ancora ci alleniamo e così, ho assaporato il gusto di arrivare in cima ad una mia prima via.

Io ho proseguito a rilento per alcuni inconvenienti fisici e Silvia ha intensificato le ore di allenamento su più fronti raggiungendo e conquistando notevoli successi.

Ma è a questo scorso agosto che vorrei portare l'attenzione: nel maggio del 2011 è stata inaugurata la SalewaCube a Bolzano, una sfida per riconquistare la "piazza" ovvero dare smalto ai primi che avevano creato nel passato una palestra indoor. Oggi la SalewaCube è dotata di circa un centinaio di vie attrezzate, di ogni difficoltà con pareti fino a 18 metri d'altezza in una costruzione enorme con un'anfiteatro.

Rieccomi ad agosto, al SalewaCube ed esattamente l'8 agosto scorso: mi sono trovata ad arrampicare proprio con Silvia e Lorenzo che oltre ad essere la sua guida di sci alpino è il suo compagno di arrampicata, inoltre con loro c'erano degli amici tra i quali Alberto straordinario sportivo.

Abbiamo affrontato svariate vie verticali di progressiva denominazione valutate con uno standard in numeri da 4 a 7 affiancate da lettere e valore PIU'.

Silvia, Lorenzo e Alberto sono stati speciali ad insegnarmi un bel po' di indispensabili azioni e gesti per avere maggiori risultati con minore dispendio di energie e rendermi il più possibile autonoma;

certo bisogna essere in due ai piedi di una via, avere a disposizione due imbraghi, una quantità minima di corda, dei moschettoni semplici e doppi, un freno autobloccante manuale, le scarpette apposite e gambe anzi piedie mani!

A tal proposito ricordo ancora quando telefonai a Silvia per la prima prova le chiesi cosa dovevo portare, i guanti? non credevo si arrampicasse a mani nude! ed invece le mani sono un gran strumento per approcciare una salita: innanzitutto quando ci si sposta da una via ad un'altra occorre raccogliere la corda con metodo per evitare che si attorcigli, chi sale deve praticare un doppio nodo savoia ad un capo della corda assicurandola all'imbragatura, chi resta a terra e ti dà corda e ti fa sicura deve agganciare l'altro capo della corda allo strumento autobloccante.

La palestra Tonic qui a Milano offre vie di circa 9 metri, impari al più presto a fare il nodo doppio e la corda è già pronta agganciata in cima alla via e su ogni via, Matteo predispone e traccia le vie anticipatamente per accorciare i tempi altrimenti la preparazione priverebbe l'allievo di minuti preziosi per sfidare e raggiungere la meta!

Tra i più entusiasmanti insegnamenti avuti da Matteo è l'incitazione a studiare da terra con le mani il tracciato fin dove si riesce, capire quanto grosse sono le prese ea che distanza si trovano,quindi provare! Comunque Matteo spiega le caratteristiche delle vie, se è totalmente allineata verticalmente o se per raggiungere la cima ci sono passaggi laterali, insegna come appoggiare i piedi e spingerti oltre o spostare mani e piedi alternati. La tecnica è importantissima, la si apprende pian piano e stando sul "campo", anzi meglio, in parete!

Alberto, a Bolzano al SalewaCube, mi ha mostrato come portare su la corda per poi averla doppia per iniziare la discesa, ho provato anch'io uun paio di volte a fare la stessa operazione e la soddisfazione la sento ancoraadesso ripensandoci; ciò permette di scegliere e decidere quale via prendere e fare proprio in quel momento.

Ma che voglia di trovarmi là in questo istante...ma la soluzione è giàpronta, aspettare qualche giorno e andare da Matteo!

Marina Chiara Gelmini

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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