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Fulmini a ciel sereno squarciano i cieli del Kennedy.


Risplende ormai prepotente e spietato il sole sull'orizzonte di un cielo azzurro scalzo, insolitamente terso e cristallino, in questa calda e trionfale mattinata di mezza estate milanese che accoglie in pompa magna il ritorno del Grande Baseball al glorioso Kennedy, diamante storico nella cultura e tradizione sportiva meneghina, simulacro di gesti atletici e miracoli balistici che ne hanno carezzato erba, terra battuta, monti e basi sin dai primi anni sessanta.

Il calendario pare giocarci un beffardo tiromancino meteorologico: sì 25 aprile, ma anche 25 gradi centigradi nel momento in cui l'autoritaria ed affabile Graziella chiama Lampi Milano ed Aquilone Empoli per sottoporsi alle consuete foto di rito al centro di un diamante sensibilmente ringiovanito da un'impeccabile operazione di restyling botanico.

Siamo all'ottava giornata del campionato di baseball per ciechi.

L'aquilone plana a Milano aguerrrito, in cerca del primo successo stagionale dopo qualche uscita sfortunata in avvio di torneo che si unisce ad un paio di gare rimandate per pioggia.

I Lampi, splendidamente guidati dalla "Strana Coppia" di managers ormai collaudata e vincente (Genio geniale e Mago Fabio Giurlì), presentano un roster alquanto eterogeneo, che miscela sapientemente l'esperienza e la leadership di giocatori già plurititolati (capitan Mahatma Maramao, Leva Minius in Fabula, Coccolo Josè accompagnato dalla splendida Coccola, Giovina, Rugggggg il Leone ecc.) all'entusiasmo che diventa autentica fame chimica di successi già palesata da prospetti talentuosi e giovani rookies come il Diegus , Monica Monellina, già piuttosto nota nell'ambiente come Zanzara Atomica, nonché Ilaria, Illy Argento Viivo e Matteo il Bedèo, fondista del piatto fondo, piatto piano e calice raso: giocatori e personaggi da far crescere in campo in quanto nati già Diamanti.

Genio e giurlì si affidano in avvio ad un line up d'attacco estremamente bilanciato e sicuro che presenta capitan Mao nel ruolo di leadoff, seguito dal Leva, mentre tocca al Coccolo l'ingrato ruolo di cleanup. Seguono Ruggi e la mitica Giovina in posizione di DH.

Anche la difesa schierata dai managers milanesi non lascia spazio a voli pindarici (l'Aquilone potrebbe approfittarne per indole o deformazione professionale).

Polipo Leva viene piazzato in terza, mentre Josè occupa l'esterno sinistro, affiancato dall'affidabile Rugggg in esterno centro mentre al genio / sregolatezza di un Rollone grande motivatore in diamante come in dugout viene affidata la copertura in esterno destro.

Mao si schiera interbase.

Empoli si affida alle mazze di Niccolò, Pasquale, Strato, Annibale e Silvia nel tentativo di scardinare l'arcigna difesa milanese.

Atmosfera delle grandi occasioni intorno al diamante, buona cornice di pubblico.

Partenza a razzo dei Lampi con un ottimo Mao che piazza immediatamente una validuccia oltre la seconda che inganna una difesa forse ancora intontita dal caldo opprimente e si accomoda agevolmente in base.

Un paio di valide del Coccolo e Rug portano a casa Maramao che sblocca il punteggio in chiusura di prima ripresa.

Empoli tuttavia limita i danni nel secondo inning, ottima in copertura sulle tre battute in campo dei Lampi.

I toscani pareggiano e mettono addirittura il naso avanti nella successiva fase d'attacco grazie ad un paio di valide a segno per Niccolò e Pasquale seguite dal solito proiettile di un Annibale "Mano De Pedra" Ribolla, montagna incantata che chiuderà una prestazione comunque opaca per i propri colori, allineata ad un attacco mai propriamente in ritmo.

Il campanello d'allarme empolese suona come una frustata d'orgoglio sulle calde divise milanesi. lampi che entrano definitivamente in partita nel terzo e quarto inning in cui producono uno "Small Ball" da favola (valide di piazzamento, bunt velenosi, esplorazioni metodiche nei buchi lasciati scoperti da una difesa spesso sbilanciata o eccessivamente spostata verso l'esterno destro piuttosto che troppo lunga, corse in base puntigliose).

Fioccano di conseguenza i punti in uno sfavillio di giocate spumeggianti in cui ogni Lampo schierato in attacco porta borracce e canta magnificamente la serenata.

Milano si stacca nel punteggio, toccando il +4 sul 6 a 2 dopo quattro riprese che diventa 6 a 3 nella successiva fase offensiva empolese prima di dilatarsi su un 8 a 3 forse troppo punitivo per i ragazzi dell'Aquilone che tuttavia si traduce in Manifesta nell'entusiasmo generale sugli spalti. Salgono i proverbiali cori assordanti degli irriducibili ultras milanesi a fare da contorno a questa splendida prestazione dei Lampi:

"EXCUSATIO NON PETITA!!!

"ACCUSATIO MANIFESTA!!!

La prima gara si chiude con l'apparizione al piatto di Diegone, al posto di una comunque produttiva Giovy, che contribuisce anch'egli al rotondo successo finale dei ragazzi per 10 a 5 dopo un'ultima fiammata d'orgoglio empolese targata Strato e Pasquale che approfittano di un giustificabile calo di concentrazione difensiva dei Lampi per mettere a segno due punticini che addolciscono il passivo del primo episodio.

Giusto il tempo di un litrozzo d'acqua a testa nella canicola ormai insopportabile del Kennedy, ed ecco che Valeria, vocetta querula, sorriso affabile, piglio militaresco, richiama immediatamente in diamante le formazioni per il secondo atto di questo double header.

Empoli sfortunatamente può contare su una rotazione piuttosto ridotta e si affida sostanzialmente agli stessi effettivi, con l'inserimento sia in battuta che in difesa del Cino, ragazzo uruguayano dai buoni fondamentali, specie difensivi, con notevoli margini di miglioramento.

Forse pungolato nell'orgoglio da qualche critica di troppo piovutagli addosso dopo l'unica sconfitta patita dai Lampi in gara2 a Bologna contro i White Sox, Il Genio decide di "raccogliere il guanto della disfida", operando accorgimenti minimi ai line ups offensivi e difensivi da schierare in gara2... o più semplicemente, il "Duo Fulgor" ha deciso di affidarsi al vecchio adagio sportivo, tanto caro al calcio che recita "Squadra Vincente non si Cambia".

Sta di fatto che in gara2, contro un aquilone dal rocchetto visibilmente ridotto (comunque mai domo),, i Lampi schierano Maurizio nel ruolo di DH, mentre la splendida Ila, per grinta, bellezza, talento e modestia, opera in posizione di interbase, ottimamente "telecomandata" da quel guru motivazionale di Rollone...

Rolly per altro viene schierato anche come quinto battitore nella posizione occupata in gara1 prima da Giovy, e successivamente dal Diegone.

Vengono comunque impiegati da Fabio e Genio otto effettivi sui dieci a disposizione dei managers, un successo su tutta la linea...

Bedèo e Monellina non fanno certo mancare il proprio incitamento ai ragazzi dal dugout, trasformato ormai in un avamposto semibalneare per l'incidenza di un sole cocente.

L'arbitressa Valeria occupa seconda base e sfida in maniera gladiatoria caldo e qualche manata in faccia ricevuta da un Coccolo più agressivo che mai.

Partita a senso unico in cui i poveri ragazzi dell'aquilone, stremati da disidratazione e "panchina corta" pagano anche un CERTO "Slump" offensivo che ne ha sfortunatamente caratterizzato l'intera prestazione meneghina.

I Lampi salgono 5 a 0 dopo 4 riprese e chiudono vittoriosi anche il secondo episodio di questa sfida per 5 a 3.

Da segnalare un capolavoro, autentico Picasso di piazzamento messo a segno dal Maramao nel corso del terzo inning: Bunt foglia morta alla Corso ad accarezzare l'erbetta intorno alla seconda in situazione di basi vuote che permette al capitano di trotterellare in base tra una sigaretta e due piatti di Fettuccine ai quattro formaggi nello sconcerto della difesa avversaria, vanamente protesa alla ricerca di un flebile segnale dall'erbetta fresca del Kennedy, palese invito ad una camporella infinita.

Notevole anche un doppio gioco difensivo scatenato dalla stupenda reattività di Ilaria che fa letteralmente esplodere di gioia il dugout milanese.

La grigliata finale in pieno clima goliardico suggella una splendida giornata di sport e sole che carica a mille i Lampi in vista delle sfide insidiose che li opporranno alla sorprendente Roma il prossimo week end a Bologna.

Vecchio Kennedy, you could not ask for anything more, non avresti potuto chiedere di meglio...

E ricordate, un Diamante è per sempre,

Matteo Briglia (Bedeo)

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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