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               PARALIMPIADI - Silvia baciata dalla celebrità chiede attenzione per i ciechi
            
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      Da La Tribuna di Treviso - (14 marzo 2006) 
    
      TORINO.
    
      Il cellulare trilla in continuazione: c'è chi vuole il suo autografo e chi vuole farsi immortalare accanto a lei e al fidanzato Lorenzo Migliari, con il quale fa coppia fissa nella vita e nello sci.
    
      Silvia Parente, bronzo nella discesa libera per disabili visivi, è il personaggio dei Giochi Paralimpici, quantomeno per l'Italia. La festa che alle Olimpiadi che non c'è stata per Giorgio Rocca, nè per Blardone o le sorelle Fanchini, finora è tutta per lei, per questa minuta milanese cieca dall'età di due anni, che ama lo sci e la vela. E c'è tanta ammirazione per la vicenda personale, quella umana e sportiva costruita con Lorenzo, sua fedelissima guida sulle piste di sci.
    
      Silvia è stata la prima azzurra a salire sul podio di Torino 2006 nello sci alpino e la serata è stata lunga domenica sera. La loro storia d'amore è una pagina intensa di queste Paralimpiadi, come il gesto dell' hockeista innamorato che sabato a Torino ha voluto urlare al pubblico la sua proposta di patrimonio alla fidanzata che è arrossita sulle tribune.
    
      «Certo, non mi aspettavo tanta popolarità - racconta la discesista azzurra - mi hanno letto le prime pagine di quotidiani importanti. Si parlava di me, della mia gara, di me e Lorenzo, delle Paralimpiadi: è tutto bellissimo, sono contentissima, ringrazio tutti».
    
      La stessa attenzione Silvia la chiede nella vita di tutti i giorni: «Ci sono ancora tante barriere - dice - anche nelle grandi città per chi è disabile. Ma basta poco per migliorare la nostra quotidianità: i sensori acustici alle fermate dei mezzi pubblici e agli attraversamenti pedonali, per esempio, aiuterebbero chi non ci vede o vede poco».
    
      Il fidanzato Lorenzo annuisce: «Ogni giorno Silvia viaggia sulla metropolitana di Milano, in mezzo alla confusione. La gente si scusa, per carità, ma ogni giorno è una fatica».
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