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SETTIMANA BIANCA 10-17 GENNAIO 2009 - PREDAZZO: VAL DI FIEMME

Racconto Della New Entry Giovanna!


Come ogni anno si è svolta la settimana bianca del gruppo sportivo non-vedenti di Milano. Per me è la prima volta. l’emozione è tanta: non ho mai sciato prima d’ora!

Ci si ritrova SABATO 10 alle 8.30. Partiamo con un pulmino e 2 automobili. Durante il viaggio si chiacchiera, ride e scherza. Faccio conoscenza con Aldo e Natale. Sul pulmino siamo: oltre a Natale ed Aldo, Davide, Josè, sua moglie Angela, Francesco, sua moglie Florinda e Rosa.

Predazzo ci accoglie con un sole splendente, le Dolomiti coperte di neve e la val di Fiemme.

l’hotel, “Rosa”, è piccolo, accogliente, e facile da girare. I proprietari sono molto cordiali ed ospitali. All’una, pranziamo. ne abbiamo proprio bisogno!.

Nel pomeriggio ci rechiamo al negozio ove si noleggiano sci e scarponi.

Tornata in albergo, incontro Elisabetta Russo, che dividerà con me la stanza. È arrivata con suo marito, da Bergamo, dove abita. Dopo cena ci si ritrova nella hall per un po’ di chiacchiere.

DOMENICA. Comincia la mia avventura sugli sci. Si parte verso le 9 per recarci a “Lavatzè”, dove vi sono le piste di sci di fondo.

Siamo in tutto 21 sciatori ma suddivisi in 2 gruppi: 12 praticano sci di fondo, 9 da discesa.

La mia guida, Andrea Giovenzana, mi aggancia gli sci agli scarponi e mi spiega come devo tenere i bastoni. Devono essere legati ai polsi e sostenere il corpo. Il cuore comincia a battermi all’impazzata, il respiro a farsi sempre più affannoso per la paura di cadere: “ma come faccio, mi chiedo, a stare in equilibrio solo sui bastoni?”. Infatti, cado diverse volte. La guida mi esorta a non avere paura. “la strada è tutta piana, mi dice, non ti succederà niente!” “ma come si fa a non averne, quando sai che puoi perdere l’equilibrio da un momento all’altro?”. Le mie gambe sembrano pezzi di legno, non vogliono rilassarsi: “devi vincere la paura!”, mi dice Andrea. so che ce la devo fare, ce la fanno tutti, perché io no? ma è difficile!

Quando poi devo affrontare le discese, la “FIFA si fa sentire ancora di più e…. patapumfete! Cado in avanti! “andavi bene, mi dice Andrea, perché sei caduta?!”.

Scio fino all’una, sono stanca morta, e finalmente arriva l’ora di pranzo.

Alla baita, ritrovo Josè, Angela, Francesco e tutti gli altri fondisti. Dopo pranzo, vado a fare una passeggiata con Tino e Silvana lungo un piccolo sentiero, poi si torna all’hotel.

Dopo aver cenato, ci rechiamo a prenotare la cena che si terrà venerdì sera. Il ristorante si chiama “Miola”. Per arrivarci bisogna percorrere una strada quasi completamente buia. I proprietari tengono un merlo indiano, che dice alcune parole. Ci fermiamo a bere qualcosa, dopo la lunga salita, poi torniamo in albergo per la notte.

LUNEDì. Ci sveglia un sole splendente. Torniamo sulle piste e Andrea riprende a farmi lezione. La paura di cadere è sempre tantissima ma minore rispetto al giorno precedente. La guida insiste nel farmi fare le discese, poiché sono quelle più difficili e con le quali occorre avere maggiore equilibrio. Le ginocchia sono sempre molto rigide, ma comincio a prendere un po’ di confidenza.

Dopo pranzo, altra passeggiata sulla neve e poi ritorno in albergo. In camera mi intrattengo a lungo con Elisabetta,per una chiacchierata.

MARTEDì. Ancora sole splendido, sciate, la paura diminuisce un po’ di più. “Sono convinta che prima o poi la vincerò!”.

MERCOLEDì. Dopo la sciata mattutina, viene organizzata una passeggiata con le “ciaspole”. Le ciaspole sono simili a racchette da tennis senza manico, vengono agganciate ai doposci e si deve camminare a gambe larghe, quasi a “papera”. Il percorso è ricco di discese e salite, in mezzo a un bosco, fatico un po’ a tenere il passo.

Un manipolo di ciaspolatori, in fila indiana, affrontano il bosco, con il suo manto innevato e gli alberi ricoperti da spruzzi di neve!

È stata comunque una bella esperienza. Giungiamo ad una baita, dove ci fermiamo a riscaldarci e a prendere uno spuntino. Sta nevicando!. Ritorniamo all’hotel intorno alle 18.30, giusto in tempo per una breve doccia e la cena.

In serata viene organizzato un “caraoke”. Chi lo desidera sale su un piccolo palco e canta una canzone, accompagnato da Bruno, uno dei discesisti, e dalla sua tastiera. Vengo incitata a cantare. Dopo un po’ di titubanza, mi decido a provare con “acqua azzurra” di Lucio Battisti. La voce è un po’ emozionata ma, alla fine, tutti applaudono ed Elisabetta mi filma con il computer.

GIOVEDì. Altre 2 ore di sciata, la guida mi fa fare discese sempre più lunghe e dice che ho una sciata da “processione di Maria addolorata”, ma, di più, non posso fare(purtroppo per lui che mi deve stare a fianco!). Nel pomeriggio, torniamo a Predazzo e facciamo una lunga passeggiata a piedi fino al paese vicino. Siamo: Silvana, Tino, Bruna, moglie di Andrea ed io. È una bella camminata rilassante, dopo la fatica mattutina sugli sci!

La sera, dopo cena, Francesco ci annuncia che, il giorno dopo, si terrà una piccola gara di fondo e di discesa. A tutti vengono consegnate le pettorine recanti il numero identificativo. Viene data anche a me. Rimango stupita. dico a Francesco: “come posso affrontare una gara, seppure breve, se sono solo pochi giorni che scio e sto a malapena in piedi?”; Francesco mi dice di non preoccuparmi, tanto è solo un gioco, non è nulla di competitivo. Sono poco convinta , Vado a dormire agitata!

VENERDì MATTINA. Verso le 9.40, siamo a Lavatzè. Tutti fremono per la gara imminente. Ho ancora più paura! Comincio con la mia guida, a fare il solito giretto con gli sci; ad un certo punto, Andrea, si allontana per assistere alla partenza dei fondisti e mi dice di continuare a camminare lungo il binario, tanto il terreno è piano. Poi ritorna e proseguiamo. io sempre a passo di lumaca! dopo un certo tempo, mi fa cambiare binario e percorrerne un altro in discesa. Sento che molti gridano il mio nome. Andrea mi dice: “dai, che tutti ti stanno aspettando, senti le grida?” “aspettino!” dico indispettita, ma lui mi fa accelerare, finchè giungo al traguardo, quasi fra le lacrime. tutti urlano: “GIOVANNA! GIOVANNA! GIOVANNA!”. Diego mi fa una breve intervista, ma sono troppo emozionata per parlare. Dopo un altro breve giretto con gli sci, arriva l’ora di pranzo e tutti mi chiedono come è andata. Fabrizio, una delle guide, mi dice: “hai dato quello che potevi e va bene così!”

Dopo pranzo, torniamo a predazzo. prima di andare in albergo, ci rechiamo al negozio per restituire sci e scarponi noleggiati.

In hotel mi vesto per la cena che si terrà al ristorante “Miola” e preparo i bagagli. Purtroppo le sciate sono finite, penso, proprio adesso che cominciavo a prendere confidenza!

La tavolata di divoratori folli!

La cena si svolge in allegria. Josè canta un pezzettino di “Anima mia”, dei Cugini di campagna. È accompagnato al pianoforte da Gemma, una discesista, che proprio oggi festeggia il suo quattordicesimo compleanno.

I discesisti sono tutti riuniti per la premiazione.

Le sorprese non sono finite….!al termine della cena infatti, Francesco, in qualità di presidente del gruppo sportivo, tiene un breve discorso. Innanzi tutto ringrazia e porge un piccolo omaggio a tutte le guide che hanno collaborato con la loro pazienza ed esperienza alla realizzazione di questa settimana. ringrazia anche Giovanna Gossi, purtroppo assente, per aver organizzato bene ogni cosa in hotel e sulle piste. Arriva poi la sorpresa più grande! Francesco legge la classifica e i risultati delle due gare che si sono svolte la mattina. Mi classifico quarta fra le donne che hanno fatto sci di fondo! Alberto, una guida, mi chiama e vengo fotografata: “sei nuova, dice, e vogliamo premiarti per quello che hai fatto!”. Quasi mi viene da piangere!

È ormai mezzanotte, bisogna tornare in albergo. percorriamo tutta la strada ridendo e scherzando.

SABATO MATTINA. Ultimo giorno di vacanza. Tutti sono tristi e silenziosi. Tino, col quale di solito faccio colazione insieme a Silvana, è già andato in camera a finire di chiudere la valigia. Alle 9.00, ci ritroviamo per la partenza. Saluto tutti. Eugenio e Chiara, due accompagnatori del gruppo, mi stringono la mano.

Salgo sul pulmino. Ultime chiacchierate. Dico a Francesco che è stata proprio una bella settimana e che l’anno prossimo penso di partecipare ancora.

Ci fermiamo a Verona per una breve sosta. Ci accoglie una fitta nebbia, abbiamo appena lasciato un bel sole caldo!

Si riparte alla volta di Milano. Dopo un’ora e mezzo, giungiamo all’Istituto dei ciechi. Scendendo, mentre recuperiamo le valigie, ci porgiamo gli ultimi saluti

È stata una bellissima esperienza, dico, prima di prendere il taxi che mi riporta a casa. mi prenoto già per l’anno venturo!.

Giovanna Tamagnini

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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